Milano 23.6.2009 - Vorrei riutilizzare due definizioni imparate durante il corso di formazione per insegnanti di Italiano L2/LS alla scuola Leonardo da Vinci di Milano, per descrivere la mia esperienza, che continua tuttora con il tirocinio. Credo sia una grande fortuna poter incontrare lungo il proprio cammino dei buoni maestri, ma cosa fa di un insegnante un buon maestro?
Ecco, io penso che la differenza la faccia non il “sapere”, ma il “saper essere”. Qui ho incontrato insegnanti, o se preferite formatori, preparati, esperti, con una competenza elastica, aperta allo scambio con l’altro e ad un continuo miglioramento delle proprie conoscenze, se pur consolidate nel tempo. Ma questo è il “sapere”, la professionalità che mi aspettavo. Il motivo per cui sono felice di essere venuto a Milano e per cui rifarei questo corso, la ragione per cui mi è sembrato persino troppo breve, se pur impegnativo, è l’entusiasmo di chi mi trovavo di fronte in classe ogni giorno. Claudio Consiglio e Simona Aguzzi hanno “saputo essere” dei buoni maestri: hanno saputo creare un’atmosfera ironica e informale, pur riuscendo a darci una quantità sorprendente di input, di motivazioni, di nozioni nuove. Ci hanno sempre incoraggiato ad accrescere la nostra conoscenza, anche teorica, che deve stare dietro all’insegnamento in classe, ma ci hanno anche ricordato di non perdere la nostra personalità, le nostre idee, incoraggiandoci se necessario a sbagliare, ma con coraggio.
È relativamente facile imbottirsi di nozioni e scaricarle su una classe, altrettanto lo è limitarsi ad essere istrioni imprevedibili e con questo intrattenere una classe, ovviando allo studio e alla ricerca che ci attendono se vorremo essere veramente capaci di fare questo lavoro. La vera sfida è credere in quello che facciamo entrando in una classe, metterci a disposizione di chi sta imparando e avere l’umiltà di esserci anche per imparare a nostra volta qualcosa, da persone che vengono da altri paesi, spesso da altre culture e si sono messe in gioco: scendere insomma dallo scranno del professore, per risederci tra i banchi e comunicare, interagire, scoprire, non per metterci su un palco e mostrare i frutti delle nostre “sudate carte”.
Il mio consiglio per chi avesse dubbi sull’iscriversi o no a questo corso è di fare la scelta che i ragazzi che sono qui per imparare l’Italiano hanno fatto: chiudete fuori i dubbi dalla testa, aprite le valigie, riempitele e mettetevi in gioco, secondo me difficilmente ve ne pentirete.
Francesco Schiavon
Scuola Leonardo da Vinci Milan
Thanks to its prestigious universities and academies, Milan is the elected place of education for numerous Italian and international students.
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