Alla scoperta di Torino: il lato magico della città

Sono tanti i riti e le credenze, qualche volta anche le superstizioni, che nel tempo hanno creato ed alimentato la reputazione di Torino come città magica, sospesa fra il bene e il male. Si dice che Torino sia l’unica città al mondo a far contemporaneamente parte sia del triangolo della magia bianca (insieme a Praga e Lione), sia di quello di magia nera (con Londra e San Francisco).

Qualcuno addirittura ha individuato nella disposizione del Mausoleo di Superga e di quattro residenze sabaude la forma di un pentacolo e si crede che ciascuna sede corrisponda ad un elemento naturale: la Reggia di Venaria al fuoco, il Mausoleo di Superga alla terra, il Castello di Moncalieri al metallo, la palazzina di Caccia di Stupinigi all’acqua e il Castello di Rivoli all’aria.

Torino sarebbe, quindi, il centro di un’incessante lotta tra luce e tenebre e fulcro di forze contrapposte insinuate nelle sue strade e nei suoi monumenti. Il centro della magia nera sarebbe piazza Statuto, in particolare il Monumento del Frejus, omaggio ai minatori caduti durante i lavori del traforo. Secondo alcuni l’angelo che si trova in cima alla fontana non sarebbe il simbolo della scienza e del progresso, ma Lucifero.
Significativamente il diavolo avrebbe lo sguardo rivolto ad est, ad indicare la sua volontà di guidare le forze dell’oscurità contro quelle della luce provenienti da oriente. Avvalorerebbero quest’interpretazione il fatto che, fino a qualche anno fa, sulla testa della statua dell’angelo ribelle si trovava un pentacolo rovesciato (simbolo satanico) e che il luogo dove fu edificata la fontana corrisponde a quello in cui, anticamente, venivano eseguite le condanne a morte, e ancora prima era un luogo di sepoltura. Proprio per questo alcuni credono che attraverso uno dei tanti tombini presenti sulla piazza si potrebbe addirittura accedere all’inferno.

Al punto più oscuro della città si contrapporrebbe la Chiesa della Gran Madre di Dio, ai piedi della collina torinese, considerata il punto di massimo interesse esoterico positivo della città. Eretta nel 1831 per celebrare il rientro in città dei Savoia dopo la cacciata napoleonica, è una delle chiese più affascinanti di Torino nonché fulcro di numerose leggende. Pare, infatti, che la chiesa sorga sui resti di un antico tempio egizio dedicato al culto di Iside e, significativamente, del dio toro Api. Ai lati dell’ingresso si trovano due statue, che rappresentano la Religione e la Fede. Pare che quest’ultima, che tiene in mano un calice, indichi la direzione in cui è custodito il Sacro Graal, la più celebre delle reliquie, e che con lo sguardo punti alla cupola del Guarini, in cui è custodita la Sacra Sindone.

E proprio il luogo dove un tempo veniva esposta pubblicamente la Sindone, la cancellata di Palazzo Reale con le statue dei due Dioscuri, segnerebbe il confine fra la "Torino bianca" e quella "nera" e sarebbe il luogo di massima energia positiva della città. La zona occidentale, dove tramonta il sole, era quella in cui in epoca romana venivano crocifissi i condannati a morte. Il vicino quartiere Valdocco, infatti, porta ancora nel nome la memoria di quello che era un luogo di morte e sepoltura, cioè la Val Occisorum (dal latino, Valle degli Uccisi). Per questo motivo ancora oggi si crede che attraversare la cancellata dei Dioscuri possa ricaricare di energia positiva e di fortuna.

A Torino esiste anche un nobile palazzo, oggi sede della Banca Nazionale del Lavoro, famoso per avere un portone che rappresenta l’immagine del diavolo. Si tratta del Palazzo Trucchi di Levaldigi, sito in via XX Settembre.
Sono varie le leggende relative a questo palazzo e al suo magnifico portone di legno scolpito nel 1675 da un ebanista parigino. Il portone colpisce perché la parte centrale del battacchio raffigura un diavolo sogghignante che scruta i passanti. Secondo una leggenda questo portone sarebbe comparso dal nulla, generato in una sola notte: un evento legato al passaggio per Torino di uno stregone intento ad invocare forze malvagie. Stufo di rivolgersi ad entità di basso profilo, osò disturbare il Diavolo ma quest’ultimo, infastidito, decise di castigarlo imprigionandolo nel palazzo da cui non poté più fuggire.

Pare, inoltre, che il palazzo sia infestato da fantasmi e che prima di essere la sede di una banca abbia ospitato la Fabbrica dei Tarocchi. Significative coincidenze confermerebbero l’energia oscura di questo edificio: nel 1600, infatti, il numero civico del palazzo era il 15, la cui corrispondente carta dei tarocchi è associata al Diavolo. E ancora oggi la linea tramviaria 15 vi passa accanto.

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