L’elefante Fritz e il Museo di Scienze Naturali di Torino

Lo sapevate che a Torino c’è un elefante indiano imbalsamato? Si chiama Fritz ed è la celebrità dell’appena riaperto Museo di Scienze Naturali. L’animale fu donato nel 1827 a Carlo Felice nientemeno che dal Viceré d’Egitto Mohamed Alì. L’elefante, approdato da Alessandria d’Egitto al porto di Genova, arrivò a piedi a Torino e venne alloggiato nella ex-scuderia della Palazzina di Caccia di Stupinigi. Gli fu anche costruita una vasca con scivolo nel cortile del palazzo. Ovviamente Fritz divenne subito l'attrazione del luogo e fu il primo ed unico animale ad essere immortalato in un dagherrotipo (un’immagine fotografica realizzata su un supporto di rame argentato che veniva lucidato per essere sensibilizzato alla luce). Gli venne pure prescritta una dieta speciale: ogni giorno doveva mangiare 50 pani, 24 cavoli, riso e burro, bere 2 pinte di vino e fumare tabacco. Nonostante la sua stazza, l’elefante era di salute cagionevole: soffriva spesso di indigestioni e mal di denti. Amante della musica di carattere mite, per 25 anni fu uno spettacolo per i torinesi che accorrevano a frotte ad ammirarlo. 

Un giorno, però, il custode a cui era molto affezionato morì e Fritz entrò in depressione, rifiutandosi di uscire dal suo recinto e di esibirsi. Obbligato dal nuovo custode, reagì afferrandolo con la proboscide e lo uccise scagliandolo a terra.  Usando il pretesto della sua pericolosità, Re Vittorio Emanuele II, che già mal tollerava l’elefante a causa del suo esoso mantenimento, ne decretò la condanna a morte e che i suoi resti venissero conservati nel Museo di Scienze Naturali. 

Forse proprio per la sua triste storia Fritz è rimasto caro ai torinesi, che sicuramente andranno a salutarlo visto che, dopo 10 anni di chiusura, ha finalmente riaperto il Museo Regionale di Scienze Naturali. 

Il Museo ha sede in edificio costruito alla fine del XVII secolo, che un tempo ospitava l’Ospedale San Giovanni Battista. Dalla sua fondazione il museo ha portato avanti la missione di diffondere la conoscenza del mondo naturale attraverso un ampio programma di ricerca scientifica e mostre.

Il rinnovato percorso espositivo si sviluppa su tre aree:

  1. Il Museo Storico di Zoologia, che raccoglie le collezioni zoologiche storiche dell’Università di Torino e che permette di esplorare la fauna dei cinque continenti. Al centro di questa sezione si trova l’elefante Fritz.
  2. L’Arca delle Esplorazioni, che -in una struttura espositiva che evoca una nave – racconta i viaggi naturalistici che hanno contribuito all’arricchimento dei reperti conservati nel museo. Al centro di questa sezione s’impone l’eccezionale scheletro di una balenottera spiaggiata a Bordighera a metà dell’Ottocento.
  3. La Sala delle Meraviglie in cui può ammirare una selezione dei più interessanti reperti conservati nei depositi del museo.

Tra le novità del nuovo allestimento ci sono le installazioni multimediali che coinvolgono il visitatore in esperienze immersive. Un videomapping interattivo è proiettato in continuazione su un maxischermo, mentre un altro direttamente sul corpo dell’elefante Fritz, sul quale compaiono le immagini dei suoi organi interni. Nella parte storica del museo, inoltre, si trova un totem dotato di Intelligenza Artificiale generativa. All’interno del totem l’avatar di Sir Alfred Russel Wallace, il padre della biogeografia, dialoga con i visitatori su temi naturalistici.

Il museo si trova in Via Accademia Albertina, 15 ed è aperto dalle 10 alle 18 tutti i gironi tranne il martedì. Il biglietto costa 5,00€.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: https://mrsntorino.it/it/

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